Venerdì 24 ottobre 2025 alle ore 18.00 a Segno presso il Centro Culturale Padre Kino ci sarà la presentazione del libro di Mario Raffaelli “Si fa presto a dire pace”. L’evento è promosso dalla Fondazione P. Eusebio F. Chini – ETS  con la collaborazione della Fondazione Museo storico del Trentino e il Comune di Predaia. Si svolge in un luogo particolare, presso il Centro Culturale Padre Kino, uomo di pace e costruttore di ponti; ancora oggi il suo nome e la sua opera sono presi ad esempio nei difficili territori oltreoceano in cui ha operato, ora attraversati da un terribile muro di confine tra USA e Messico.

In questo particolare momento, caratterizzato da moltissime guerre, il libro di Mario Raffaelli ci permette di conoscere e capire le dinamiche e i delicati e fragili rapporti che caratterizzano il percorso verso la pace, lo facciamo avvalendoci del contributo del Direttore della Fondazione Museo storico del Trentino Giuseppe Ferrandi e del Presidente del Centro Astalli di Trento Stefano Graiff che, ognuno con le sue competenze, interagiranno con l’autore.

Mario Raffaelli è stato Parlamentare per quattro legislature e Sottosegretario agli affari Esteri dal 1983 al 1989. Coordinatore dei mediatori con la Comunità di Sant’Egidio per la pace in Mozambico. Presidente della Conferenza di Pace per il Nagorno Karabakh. Inviato speciale del governo italiano per la Somalia. Esperto della Presidenza G7 per i processi di pace in Corno d’Africa. Inviato dell’Alto Rappresentante UE nella seconda mediazione in Mozambico. Presidente di AMREF Italia e Deputy-chairman del Board di AMREF International.

Ecco l’incipit sulla quarta di copertina del libro:

Il difficile ma non impossibile cammino verso la pace

Raccontando in prima persona il suo diretto coinvolgimento nei processi di mediazione in aree di conflitto in Mozambico, Corno d’Africa e Nagorno Karabakh (dai primi anni ’80 al 2018), l’Autore, in particolare attraverso le vicende dell’Africa Australe spiega come la pace non sia mai il frutto di una buona predicazione, quanto piuttosto della costruzione di un contesto nuovo (fatto di elementi economici, istituzionali, garanzie interne e internazionali) che consenta alle parti in causa non di diventare amici, ma di continuare ad essere diversi (anche antagonisti) passando però dalla “critica delle armi” alla “armi della critica”. Insomma, dalla guerra alla politica.

Al termine ci sarà un momento conviviale che ci permetterà di incontrare e dialogare con l’autore e i relatori.